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filoteo Certo non: come si può rapportar da quel
ch abbiamo detto. Perché essendo la virtù corporale
distesa per dimensione di corpo infinito, non verrebe
ad essere efficiente contra il finito con vigore e virtù
infinita, ma con quello che può diffondere dalle parti
finite, e secondo certa distanza rimosse: atteso che è
impossibile che opre secondo tutte le parti, ma secon-
do le prossime solamente, come si vede nella prece-
dente demostrazione: dove presupponiamo A e B dei
corpi infiniti; li quali non sono atti a transmutar l un
l altro, se non per le parti che sono della distanza tra
10, 20, 30, 40, et M, N, O, P; e per tanto nulla impor-
ta per far maggior e più vigorosa azzione, quantum-
que il corpo B corra e cresca in infinito, et il corpo A
rimagna finito. Ecco dumque come da doi contrarii
contraposti sempre séguita azzione finita et alterazio-
ne finita: non meno supponendo di ambi doi infinito
l uno, e l altro finito, che supponendo infinito l uno e
l altro.
elpino Mi avete molto satisfatto, di sorte che mi par
cosa soverchia di apportar quell altre raggioni salvati-
cine con le quali vuol dimostrar che estra il cielo non
sia corpo infinito; come quella che dice: «Ogni corpo
che è in loco è sensibile; ma estra il cielo non è corpo
sensibile: dumque non vi è loco». O pur cossì: «Ogni
corpo sensibile è in loco; extra il cielo non è loco:
dumque non vi è corpo; anzi manco vi è extra, perché
extra significa differenza di loco, e di loco sensibile, e
non spirituale et intelligibile corpo, come alcuno po-
trebe dire: se è sensibile, è finito».
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Letteratura italiana Einaudi
Giordano Bruno - De l infinito, universo e mondi
filoteo Io credo et intendo che oltre et oltre quella
margine imaginata del cielo, sempre sia eterea regio-
ne, e corpi mondani, astri, terre, soli; e tutti sensibili
absolutamente, secondo sé et a quelli che vi sono o
dentro o da presso: benché non sieno sensibili a noi
per la lor lontananza e distanza. Et in questo mentre
considerate qual fondamento prende costui, che da
quel che non abbiamo corpo sensibile oltre l imagina-
ta circonferenza, vuole che non sia corpo alcuno: e
però lui si fermò a non credere altro corpo che l otta-
va sfera, oltre la quale gli astrologi di suoi tempi non
aveano compreso altro cielo. E per ciò che la vertigine
apparente del mondo circa la terra referirno sempre
ad un primo mobile sopra tutti gli altri, puosero fon-
damenti tali, che senza fine sempre oltre sono andati
giongendo sfera a sfera; et hanno trovate l altre senza
stelle, e per consequenza senza corpi sensibili: in tan-
to che le astrologice supposizioni e fantasie condan-
nano questa sentenza. Viene assai più condannata da
quei che meglio intendano qualmente gli corpi che si
dicono appartenere all ottavo cielo non meno hanno
distinzion tra essi di maggiore e minor distanza dalla
superficie della terra, che gli altri sette: perché la rag-
gione della loro equidistanza depende solo dal falsis-
simo supposito della fission de la terra; contra il quale
crida tutta la natura, e proclama ogni raggione, e sen-
tenzia ogni regolato e ben informato intelletto al fine.
Pur sia come si vuole, è detto contra ogni raggione
che ivi finisca e si termine l universo dove l attatto del
nostro senso si conchiude; perché la sensibilità è cau-
sa da far inferir che gli corpi sono: ma la negazion di
quella, la quale può esser per difetto della potenza
sensitiva e non dell ogetto sensibile, non è sufficiente
né per lieve suspizione che gli corpi non sieno. Perché
se la verità dependesse da simil sensibilità, sarebbono
tali gli corpi che appaiono tanto propinqui et aderen-
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Letteratura italiana Einaudi
Giordano Bruno - De l infinito, universo e mondi
ti l uno all altro. Ma noi giudichiamo che tal stella par
minore nel firmamento, et è detta della quarta e quin-
ta grandezza, che sarà molto maggiore di quella che è
detta della seconda e prima; nel giudicio della quale
se inganna il senso che non è potente a conoscere la
raggione della distanza maggiore; e noi da questo, che
abbiamo conosciuto il moto della terra, sappiamo che
quei mondi non hanno tale equidistanza da questo, e
che non sono come in uno deferente.
elpino Volete dire che non sono come impiastrati in
una medesima cupola: cosa indegna che gli fanciulli la
possano imaginare, che forse crederebono che se non
fussero attaccati alla tribuna e lamina celeste con buo-
na colla, o ver inchiodati con tenacissimi chiodi, cade-
rebono sopra di noi non altrimente che gli grandini
dall aria vicino. Volete dire che quelle altre tante terre
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