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comprare il pane a bottega, da quel ladro di mastro
Puddo; e di minestre calde non ne troverò più, ogni vol-
ta che torno a casa bagnato come un pulcino. E biso-
Letteratura italiana Einaudi 43
Giovanni Verga - Novelle Rusticane
gnerà andarmene a letto collo stomaco freddo. Anche
l altra notte, mentre la vegliavo, che avevo zappato tutto
il giorno a dissodare sulla costa, e mi sentivo russare io
stesso, seduto accanto al letto, tanto ero stanco, la buo-
na anima mi diceva: «Va a mangiarne due cucchiaiate.
Ho lasciato apposta la minestra al caldo nel focolare». E
pensava sempre a me, alla casa, al da fare che ci era, a
questo e a quell altro, che non finiva più di parlare, e di
farmi le ultime raccomandazioni, come uno quando par-
te per un viaggio lungo, che la sentivo brontolare conti-
nuamente tra veglia e sonno. E se ne andava contenta
all altro mondo! col crocifisso sul petto, e le mani giunte
di sopra. Non ha bisogno di messe e di rosari, quella
santa! I denari pel prete sarebbero buttati via.
 Mondo di guai!  Esclamò la vicina.  Anche a co-
mare Angela, qui vicino, sta per morire l asino, dalla do-
glia.
 I guai miei son più grossi!  Finì compare Meno
forbendosi la bocca col rovescio della mano.  No, non
mi fate mangiare altro, ché i bocconi mi cascano dentro
lo stomaco come fossero di piombo. Mangia tu piutto-
sto, povera innocente, che non capisci nulla. Ora non
avrai più chi ti lavi e chi ti pettini. Ora non avrai più la
mamma per tenerti sotto le ali come una chioccia, e sei
rovinata come me. Quella te l avevo trovata; ma un altra
matrigna come questa non l avrai più, figlia mia! 
La bimba, intenerita, sporgeva di nuovo il labbro, e si
metteva i pugni sugli occhi.
 No, non potete farne a meno  ripeteva comare Si-
dora.  Bisogna cercarvi un altra moglie, per riguardo di
questa povera orfanella che resta in mezzo a una strada.
 Ed io, come rimango? e il mio puledro? e la mia ca-
sa? e alle galline chi ci baderà? Lasciatemi piangere, co-
mare Sidora! Avrei fatto meglio a morir io stesso, in
scambio della buon anima.
 State zitto, ché non sapete quello che dite! e non sa-
pete cosa vuol dire una casa senza capo.
Letteratura italiana Einaudi 44
Giovanni Verga - Novelle Rusticane
 Questo è vero!  osservò compare Meno, riconfor-
tato.
 Guardate piuttosto la povera comare Angela! Pri-
ma le è morto il marito, poi il figliuolo grande, e adesso
le muore anche l asino!
 L asino andrebbe salassato dalla cinghiaia, se ha la
doglia,  disse compare Meno.
 Veniteci voi, che ve ne intendete  aggiunse la vici-
na.  Farete un opera di carità per l anima di vostra mo-
glie  .
Compare Meno si alzò per andare da comare Angela,
e l orfanella gli correva dietro come un pulcino, adesso
che non aveva altri al mondo. Comare Sidora, buona
massaia, gli rammentò:
 E la casa? come la lasciate, ora che non ci è più nes-
suno?
 Ho chiuso a chiave; e poi lì di faccia ci sta la cugina
Alfia, per tenerla d occhio  .
L asino della vicina Angela era disteso in mezzo al
cortile col muso freddo e le orecchie pendenti, anna-
spando di tanto in tanto colle quattro zampe in aria, al-
lorché la doglia gli contraeva i fianchi come un mantice.
La vedova, seduta lì davanti, sui sassi, colle mani fra i ca-
pelli grigi, e gli occhi asciutti e disperati, stava a guarda-
re, pallida come una morta.
Compare Meno si diede a girare intorno alla bestia,
toccandole le orecchie, guardandola negli occhi spenti,
e come vide che il sangue gli colava ancora dalla cin-
ghiaia, nero, a goccia a goccia, aggrumandosi in cima ai
peli irsuti, domandò:
 L hanno anche salassato? 
La vedova gli fissò in volto gli occhi foschi, senza par-
lare, e disse di sì col capo.
 Allora non c è più che fare,  conchiuse compare
Meno; e stette a guardare l asino che si allungava sui sas-
si, rigido, col pelo tutto arruffato al pari di un gatto
morto.
Letteratura italiana Einaudi 45
Giovanni Verga - Novelle Rusticane
 È la volontà di Dio, sorella mia!  le disse per
confortarla.  Siamo rovinati tutti e due  .
Egli s era messo a sedere sui sassi, accanto alla vedo-
va, colla figliuoletta fra le ginocchia, e rimasero entram-
bi a guardare la povera bestia che batteva l aria colle
zampe, di tanto in tanto, tale e quale come un moribon-
do.
Comare Sidora, quand ebbe finito di sfornare il pane,
venne nel cortile anche lei colla cugina Alfia, che si era
messa la veste nuova, e il fazzoletto di seta in testa, per
far quattro chiacchiere; e disse a compare Meno, tiran-
dolo in disparte:
 Curatolo Nino, non ve la darà più l altra figliuola,
ora che con voi gli muoiono come le mosche, e ci perde
la dote. Poi la Santa è troppo giovane, e ci sarebbe il pe-
ricolo che vi riempisse la casa di figliuoli.
 Se fossero maschi pazienza! Ma c è anche a temere [ Pobierz caÅ‚ość w formacie PDF ]

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